mercoledì 27 giugno 2012

Gioie e dolori nella vecchia Piazza d’Armi

 



Fin dall’antichità quando si parla di “piazza d’armi” s’intende un luogo predisposto alle esercitazioni militari, spesso una radura intorno alle fortificazioni, oppure alla raccolta delle truppe, di solito luoghi che precedevano un imminente attacco o invasione ai danni dei nemici. Per quanto riguarda Roma e, soprattutto i suoi innumerevoli invasori, per secoli non ci fu miglior piazza d’armi che la grande pianura dove ora si estendono il rione Prati e il quartiere Delle Vittorie.
Tanti furono gli eserciti che si accamparono, prima e dopo l’assalto, alle pendici del monte Mario: dai Goti alle truppe di Carlo Magno, dai Lanzichenecchi nel 1527 ai francesi fino all’arrivo delle truppe “italiane” nel settembre del 1870. Da quel momento si poté scrivere con le maiuscole Piazza d’Armi, almeno fino al 1910 quando il sindaco Nathan decise di collocarla altrove.
Piazza d’Armi non costituì soltanto il mero teatro di addestramenti militari ma divenne luogo di grandi eventi e divertimenti dell’epoca. Già nel 1890 ospitò la troupe del leggendario Buffalo Bill che dovette faticare non poco di fronte all’abilità dei butteri della Maremma. Fu in questa vasta radura che si distinsero molti cervelli italiani legati allo studio dell’aerostatica, come il capitano Moris e il tenente Del Fabbro, i primi a dirigere un areostato “libero” nel 1894. Nel giugno del 1905 decollò gloriosamente da Piazza d’Armi l’aerostave di Vittorio C. di Montezemolo mentre due anni dopo il volo del capitano Ulivelli si concluse con la sua tragica morte, ricordata da una lapide sulla via Cassia. L’anno successivo, 24 maggio 1908, suscitò grande clamore l’arrivo dell'aviere francese Leone Delagrange. Molti pagarono il biglietto per vedere volare un aeroplano ma il suo mezzo non si alzò mai da terra. Insultato e deriso dagli spettatori che si ritennero presi in giro dallo stravagante francese (non lo risparmiò neanche il sor Capanna), il Delagrange si rifarà un paio di mesi dopo a Torino, con un volo di oltre trecento metri.

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