mercoledì 4 luglio 2012

Argo e l'assalto al forte di Pietralata




Luglio 1919: nell’estate calda del “biennio rosso” un gruppo di ex Arditi guidati dall’antifascista Argo Secondari attacca senza successo il forte di Pietralata. Un gesto eroico spacciato per complotto golpista.

Che fosse un’estate “calda”, quella del 1919, la popolazione lo aveva già compreso da mesi e nonostante gli orrori del primo conflitto mondiale si stessero allontanando, molte famiglie continuarono a vivere di stenti. Non ci furono solo dimostrazioni “politiche” ad animare le piazze italiane ma si protestò anche per il pane e contro il carovita.
Il 1919 fu anche l’anno della smobilitazione definitiva dell’esercito regio. Per molti combattenti iniziò un dramma, quello del reinserimento nella vita sociale. Non per tutti, però. Argo Secondari, romano, tra i primi a far parte del corpo speciale degli Arditi nel 1917, si fece ben presto sprezzante nei confronti dei neonati Fasci di Combattimento in cui confluirono diversi suoi compagni di reparto. Nel ’19 però Secondari non aveva ancora fondato la formazione antifascista degli Arditi del Popolo (costituitasi poi nel giungo del 1921) ma insieme ad altri ex Arditi cominciò a muoversi “controcorrente”. Uno degli episodi più eclatanti che lo vide in prima linea fu l’assalto al forte di Pietralata, l’odierna caserma Gandin, costruito intorno al 1885 assieme alle altre quattordici fortificazioni edificate intorno alla Capitale per difendersi da eventuali attacchi francesi. L’attacco al forte non riuscì e Secondari dovette fuggire a nord. Molti dei suoi compagni furono arrestati.
Tra le discordanze storiche, che si aggirano attorno a questo episodio, due sembrano prevalere. La prima, quella riportata dalla stampa dell’epoca, ricostruisce l’assalto al forte come un'anticipazione dell'imminente colpo di stato a cui, appunto, avrebbe fatto seguito un secondo assalto al Parlamento. Di fronte al fallimento, fu facile ridurre l’azione a un “complotto” da operetta. Alla deviante e troppo riduttiva interpretazione che ovviamente trovò largo consenso nel ventennio che seguì, alcune recenti ricostruzioni biografiche proprio su Argo Secondari hanno messo in luce aspetti più credibili. Sicuramente l’assalto mirava all’appropriazione di armi e munizioni da parte degli Arditi ma trasformare l’azione in golpe appare un’esagerazione lampante, oltre che cercata. Secondo l’autorevole ricostruzione di Pino Cacucci in “Ribelli!” l’assalto messo in atto da Secondari doveva avere risvolti completamente diversi: convincere buona parte dei soldati del 17° reparto d’assalto stanziati al forte di Pietralata (tra cui, appunto, molti ex Arditi) ad unirsi ai moti popolari già in atto per le strade di Roma. È sempre Cacucci a sostenere che il Secondari avesse in mente un’altra azione eclatante: l’occupazione, armi in pugno, dei Mercati Generali e la conseguente distribuzione di viveri alla popolazione ridotta sempre più in povertà. Letta sotto questa ottica, la figura di Argo Secondari, che dopo l’impresa di Fiume dedicò tutto se stesso alla lotta antifascista, andrebbe rivalutata e le menzogne sulla sua persona messe al bando una volta per tutte.

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