lunedì 16 luglio 2012

L'ultima corsa del "gufo"


Via degli Specchi, rione Regola: al civico 15 una targa ricorda la tragica fine di Mario Salvi, giovane autonomo di 21 anni, ucciso da un agente della polizia penitenziaria il 7 aprile del 1976

Era il 7 aprile 1976 quando la Cassazione confermò la condanna di 9 anni, già emessa in Appello, nei confronti dell’anarchico salernitano Giovanni Marini, reo dell’omicidio dell’esponente del Fuan Carlo Falvella  avvenuto sei anni prima. Dal presidio organizzato sotto al “palazzaccio” in piazza Cavour, un gruppo di esponenti dell’Autonomia attraversa nuovamente il Tevere in direzione di via Arenula, dove si trova il Ministero di Grazia e di Giustizia. Nel gruppo degli autonomi si trovava anche Mario Salvi detto il “gufo”, ex Lotta Continua e militante del Comitato Proletario di Roma Nord. L’attacco al Ministero dura poco, alcuni lanci di Molotov sulle pareti posteriori del grande edificio, all’altezza della piccola via di S.Maria in Monticelli. Poi la fuga tra le vie strette del rione Regola, la prima a sinistra è via degli Specchi, che prende probabilmente il nome dalla famiglia Specchi che possedeva anche una torre nel vicino rione Campitelli (non può escludersi che derivi dalle botteghe o banchi degli “specchiari”, i fabbricanti di specchi). Ormai il Ministero è lontano e il gruppo degli autonomi, la maggior parte di loro giovanissimi, si fermano, convinti che il pericolo sia ormai lontano. Forse lo pensò anche il ventunenne Salvi che, secondo numerose testimonianze, stava già camminando quando due colpi di pistola lo colpirono mortalmente alla nuca. A sparare fu Domenico Velluto, agente della polizia penitenziaria in servizio al Ministero. La dinamica che portò l’agente a premere il grilletto sfiora l’inverosimile: allontanatosi da solo dal posto di guardia per poi far fuoco sul “primo autonomo” che incontra, sparandogli alle spalle. Arrestato con l’accusa di omicidio preterintenzionale quattro giorni dopo, Velluto venne assolto nel luglio dell’anno seguente per “aver fatto uso legittimo delle armi”. La sera stessa il Velluto, mentre si trovava a cena fuori nella zona di Campo de' Fiori, uscì indenne da un attentato dove invece perse la vita Mauro Amato, studente poco più che ventenne, colpevole solamente di sedere vicino alla persona “sbagliata”.

Nessun commento:

Posta un commento