Via degli Specchi, rione Regola:
al civico 15 una targa ricorda la tragica fine di Mario Salvi, giovane autonomo
di 21 anni, ucciso da un agente della polizia penitenziaria il 7 aprile del
1976
Era il 7 aprile 1976 quando la
Cassazione confermò la condanna di 9 anni, già emessa in Appello, nei confronti
dell’anarchico salernitano Giovanni Marini, reo dell’omicidio dell’esponente
del Fuan Carlo Falvella avvenuto sei
anni prima. Dal presidio organizzato sotto al “palazzaccio” in piazza Cavour,
un gruppo di esponenti dell’Autonomia attraversa nuovamente il Tevere in
direzione di via Arenula, dove si trova il Ministero di Grazia e di Giustizia. Nel
gruppo degli autonomi si trovava anche Mario Salvi detto il “gufo”, ex Lotta
Continua e militante del Comitato Proletario di Roma Nord. L’attacco al Ministero dura poco, alcuni lanci di Molotov
sulle pareti posteriori del grande edificio, all’altezza della piccola via di
S.Maria in Monticelli. Poi la fuga tra le vie strette del rione Regola, la
prima a sinistra è via degli Specchi, che prende probabilmente il nome dalla
famiglia Specchi che possedeva anche una torre nel vicino rione Campitelli (non
può escludersi che derivi dalle botteghe o banchi degli “specchiari”, i
fabbricanti di specchi). Ormai il Ministero è lontano e il gruppo degli autonomi,
la maggior parte di loro giovanissimi, si fermano, convinti che il pericolo sia
ormai lontano. Forse lo pensò anche il ventunenne Salvi che, secondo numerose
testimonianze, stava già camminando quando due colpi di pistola lo colpirono mortalmente
alla nuca. A sparare fu Domenico Velluto, agente della polizia penitenziaria in
servizio al Ministero. La dinamica che portò l’agente a premere il grilletto
sfiora l’inverosimile: allontanatosi da solo dal posto di guardia per poi far
fuoco sul “primo autonomo” che incontra, sparandogli alle spalle. Arrestato
con l’accusa di omicidio preterintenzionale quattro giorni dopo, Velluto venne
assolto nel luglio dell’anno seguente per “aver fatto uso legittimo delle armi”.
La sera stessa il Velluto, mentre si trovava a cena fuori nella zona di Campo
de' Fiori, uscì indenne da un attentato dove invece perse la vita Mauro Amato, studente
poco più che ventenne, colpevole solamente di sedere vicino alla persona “sbagliata”.
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